🔍mappa interattiva, tocca sui landmark per cambiare settore o area.
Quando aprimmo Blu, eravamo in realtà alla ricerca di Ragno di mare, una via differente, l’apritore del 1985 ci raccontava spesso di questa via, con tanti aneddoti, e curiosità persino di un climber poliomelitico e del suo non amichevole serpente soffiatore, o anche dei fricchettoni laziali che si stavano inventando l’arrampicata copiando francesi o il Manolo degli albori. Ricordo questa storia perchè una recente pubblicazione tecnica può fuorviare e ignorare alcune storiche notizie importanti ma sopratutto di proposito non dare alcun merito agli apritori (o c.d. C.Ny citati in guida)
Ero curiosissimo di poter scalare quella grande e vasta parete di 100 metri a picco sul mare, rivivere un pò quegli anni tirando gli stessi appigli degli hippies rampicanti campani e romani degli ’80, ma mi ritrovai su una parete con pochissimi chiodi e nessun riferimento. Nel 2012 peraltro non avevo neanche grande esperienza… la parete bianca di fronte a me metteva in me il fascino della grande avventura, quasi sognavo.
Ricordo che la chiodammo dall’alto, calandoci senza alcun riferimento, trovammo solo una catena..arrugginitissima e un paio di rari chiodi (lo stesso materiale arrugginito che vedete in foto o ripetendo la via). Ci convincemmo che eravamo su Ragno di Mare del 1985 ma non potevamo ri-metterla insieme purtroppo, dovevamo aprire una nuova via con una nuova scala di difficoltà. La nuova via aveva un nuovo carattere, inoltre era stata allungata e raddrizzata, migliorata volevamo dare una nuova identità.
Il giorno della libera fu per me un giorno indimenticabile , ricordo ancora la mancanza dei fiato sui passi più duri, mi sforzavo a respirare più profondamente come da meditazione yoga, il frastuono del mare sotto di me a centinaia di metri nel vuoto, i gabbiani a stordirmi ancora di più .
La nuova via aperta non rispettava il nome e lo stile originario, il nome “Ragno di mare” promisi però di utilizzarlo, per riverenza ed educazione, nell’aprire una nuova via più a sinistra sulla sezione più facile e concrezionata del paretone. circondati dal bianco della parete che si colorava di blu del mare non avemmo dubbi: si sarebbe dovuta chiamare Blu come quel mare profondo.
Tempo più tardi acquisii maggiore consapevolezza e familiarità con i cliff e i mezzi di progressione veloce, aprii senza il mio solito compagno di cordata , trovai un triestino in vacanza a napoli in cerca di un compagno di cordata, mi offrii io. Chiesi in cambio del mio tempo le sue sicure.
Stavolta volli aprire dal basso e in stile alpino, una via più facile nel grado… Ragno di Mare.
Blu è una via di arrampicata multipitch sullo spigolo più pronunciato del paretone di Punta Campanella, fosse stato in un paese anglofono, questo spigolo lo avrebbero chiamato “the Nose”. Offe una bella arrampicata su roccia abrasiva e super aderente, un calcare a buchi fessure e placche qualche volta atletiche. Chiodatura super friendly per divertirsi ed emozionarsi senza rischiare troppo.
Blu e’ una multipitch plaisir. E’ localizzata direttamente sul mare, anzi e’ proprio esposta a balconata su questa infinita distesa blu, godendo della frescura della sua brezza. Siamo in un posto spesso ventilato, ma anche spesso molto ventilato (attenzione ai venti superiori ai 20 nodi!) con un po’ di fortuna e valutando preventivamente le condizioni sia del vento che dell’ombra si potra’ salire la via anche nei mesi caldi. Sconsigliata la frequentazione in piena estate per il caldo afoso ma anche per l’accessibilita’ del posto, i vacanzieri non vi daranno vita facile sia sulla statale che ai relativi parcheggi.
Blu (ex ragno di mare del 1985) | 100 m |6a obb |6c+ max| L4 S1 | I|TD+ | |||||
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Difficoltà | Metri | Descrizione | Bellezza | ||
L1 S1 | 6c+\7a | 30 | Placca con passo obbligatorio, discontinuità. Sosta abbastanza comoda e richiodata con Acciaio Marino | ★★★☆☆ | |
L2 S1 | 6b+\6c | 30 | Leggero strapiombo spesso salato. Tiro continuo e piacevole nel complesso. Sosta abbastanza comoda e richiodata con Acciaio Marino | ★★☆☆☆ | |
L3 S1 | 6b+ | 25 | Placca con buonissima aderenza su roccia porosa. Temersi a sinistra degli ancoraggi Tiro continuo e piacevole nel complesso. Sosta abbastanza comoda e richiodata con Acciaio Marino | ★★★☆☆ | |
L4 S1 | 6c+ | 15 | Placca di sezione su tacche nette, gestire bene i moschettaggi, discontinuità. Sosta abbastanza comoda e richiodata con Acciaio Marino | ★★★☆☆ |
Tutte le soste sono abbastanza comode
Equipaggiamento Minimo Consigliato
Corda : singola da 70 m o due mezze corde da almeno 40m.
Rinvii: una serie da 15 rinvii, almeno 3 ghiere, cordini o fettucce per costruire le soste.
Cordini e fettucce: 2 cordini, 1 kevlar.
Discensori: Reverso|Atc e\o Piastrina Gigi
Possibile abbandonare la via durante la scalata in qualsiasi momento senza uscire dalla traiettoria delle soste sopratutto dalle prime due lunghezze . Una volta percorsa tutta la via invece , ricordarsi di portare con voi scarpe per tornare sul sentiero di “via Minerva”
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Si lascia la piazza di Termini in direzione via campanella e dopo circa 200m si lascia la strada che continua diritta verso Monte San Costanzo e si comincia a scendere.
Fino alla Punta non c’è praticamente possibilità di sbagliare strada: si segue la stradina principale (da qualche anno lastricata in pietra gialla) lasciate qui o alla piazzetta i vostri mezzi, continuate in discesa fino a lasciare a sinistra via Cercito e poi a destra via Mitigliano.
Dopo questo secondo incrocio si continua a scendere fino a Cancello (passaggio fra il costone e la cappellina). Prima di attraversare questo ingresso, se effettuate l’escursione fra gennaio e marzo, vedrete in alto a sinistra i bellissimi fiori blu elettrico della Lithodora rosmarinifolia, pianta endemica della Penisola Sorrentina e Capri.
Dopo varie centinaia di metri praticamente in piano, fra uliveti, c’è una piccola piazzola sulla destra dalla quale si gode di un’ottima vista sulla Torre di Fossa di Papa e su Capri. Da questo punto in poi la stradina diventa ancora più stretta e potrete ammirare la l’originaria pavimentazione della c.d. via minerva, e dopo poco comincia la discesa finale alla Punta della Campanella.
Prima di raggiungere lo slargo che sovrasta la Torre Minerva (o della Campanella) c’è un sentiero a sinistra che ci conduce in una gola, dove abbiamo predisposto delle corde fisse per scendere più agevolmente, fino alla fine della gola che segna il confine dei due settori principali e con subito le prime vie a destra e sinistra.
📍posizione GPS parcheggio “consigliato” 🅿 falesia qui
📍posizione GPS 🧗per raggiungere il settore qui
per scoprire tutte le novità in tempo reale abbiamo creato una pagina facebook, per tutti i socials l’hashtag è #puntacampanellaclimbing
qui di seguito la galleria con le nostre ultime foto
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Apertura e prima Salita: Maggio 2012 da Francesco Galasso e “C.ny” per citare una strana guida tecnica che misteriosamente non mi cita!
Le arrampicate e le escursioni qui si svolgono nel pressi di zona archeologica, in visibile stato di incuria e abbandono, la zona non è segnalata adeguatamente dalle autorità locali competenti, prestare massima attenzione e rispetto sopratutto nei pressi dei ruderi e dell’epigrafe osca.
Le arrampicate e le escursioni sono possibili grazie ai nostri numerosi interventi di pulizia, sistemazione, corde fisse nei punti impervi, manutenzione e apertura vie di arrampicata da parte nostra dal 2011 ad oggi.
Per questo ed altri motivi, leggete il post seguente che mi ha causato una spiacevolissima situazione con €1200 di danni in spese legali. Articolo di seguito:
Punta Campanella, Scritta Osca | Chiarimenti Tecnici Arrampicata
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La pirateria è una bestemmia per l’arrampicata. Abbiamo sviluppato col nostro tempo, lavoro e denaro!
La Guida Malopasso edizioni Versante Sud e altre guide che fanno riferimento a questa falesia e area non sono la guida ufficiale di questo luogo di arrampicata, le informazioni in essa contenute sono state copiate da vecchie bozze senza consenso e comunicazione al chiodatore e agli sviluppatori di quest’area climbing. Persone meritevoli di rispetto e dignità che hanno investito il loro tempo, lavoro e denaro chiodando, richiodando e manutenendo costantemente la parete e i sentieri di accesso.
Chi riconosce l’indispensabile lavoro svolto dai chiodatori?
Un opera resa ancor piu nobile e preziosa dalla sua natura quasi sempre gratuita e volontaria.
Se oggi si può scalare con ampi margini di sicurezza in tutta Italia, lo si deve quasi esclusivamente al lavoro di questi volontari. Clicca sul banner superiore e immetti la tua offerta. Anche pochi euro sono il graditissimo riconoscimento ai nostri sforzi per attrezzare aree di arrampicata. Questa Falesia è stata realizzata con il nostro autofinanziamento e il nostro lavoro volontario.
Questa è la fine della pagina, Se sei arrivato fino a qui, forse hai ritenuto utile il mio lavoro. Ti ringrazio Molto.